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Punteggi dei critici
96 Robert Parker
From 40 year old vines on the Aloxe side of the cru, Coche?s 2006 Corton-Charlemagne is intensely bitter-sweet and chalky throughout. Black tea, pugent herbs, iris, narcissus, and an alkaline, saline note suggestive of ocean breezes greet the nose. On the palate, this grips with penetrating pungency and tactile stoniness, leaving behind a memorable concentrate of chalk, salts, faintly bitter herbal essences, along with marrow and animal bone reduction. Surely it will go on to further glory in the bottle and should reward 15 or more years? cellaring. I have not tasted the 2005, a wine that already appears to be legendary. Jean-Francois Coche?s 2006s did not even begin their malo-lactic transformation until high summer, and several were not finished when I last tasted there in November, 2007. Coche does not think 2006 quite measures up to 2002 or 2005, and given the amazing wines he rendered in the latter vintage, one can appreciate his perspective. Nonetheless, few if any other 2006s I tasted were able to combine complexity and charm, vintage-typical ripeness and verve in the way these did.
Produttore
Domaine Coche-Dury
Coche-Dury non è solo uno dei produttori più iconici di tutta la Borgogna, ma anche uno dei più enigmatici. Sembra quasi che per riuscire ad attraversare le porte delle sue cantine si debba vincere alla lotteria. La tenuta non ha un indirizzo e-mail e l’unico modo per riuscire ad avere un appuntamento è via fax. Forse. Ma è improbabile. Alla tenuta sono anche incredibilmente umili. Conoscono bene la grandezza dei loro vini, ma sono ancora dei semplici “vignaioli”. Quello che più gli importa è lavorare le viti e permettere alle uve di esprimere al meglio il terroir. Jean-François Coche, patriarca della tenuta, iniziò a lavorare con il padre nei primi anni Settanta. Nel 1975 sposò Odile Dury, che aggiunse alla tenuta alcune proprietà personali, creando così il nome Coche-Dury. Oggi il figlio Raphaël ha più o meno preso in mano le redini della casa vinicola, con l’aiuto della giovane moglie Charline. Dai loro quasi 9 ettari di vigneti producono Bourgogne, Puligny-Montrachet, Auxey-Duresses, Monthélie, Volnay e le loro due denominazioni più famose: Meursault (vari imbottigliamenti) e Corton-Charlemagne. A differenza di altri produttori della regione, hanno resistito al cambiamento e le loro modalità di produzione dei vini sono oggi le stesse con cui li hanno prodotti da tanti anni a questa parte. Amano anche che i loro vini abbiano un po’ di verve, quindi tendono a vendemmiare presto per conservare l’innata acidità delle uve.