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Gli Stati Uniti sono diventati i più grandi consumatori di vino, oltre a essere tra i maggiori produttori a livello mondiale (il quarto nel 2011), diventando così i primi produttori del Nuovo Mondo, seguiti da Argentina e Australia. Ogni stato degli USA conta almeno un'azienda di produzione, comprese le lontane isole delle Hawaii e l'Alaska, ma i principali sono la California (90% della produzione nazionale), e gli stati di New York, di Washington e dell'Oregon. Molti vini sono prodotti nelle oltre 200 American Viticulture Areas (AVA, regioni viticole statunitensi), sistema che specifica che almeno l'85% delle uve usate per fare un vino deve essere coltivato in una di queste aree. La viticoltura fu introdotta nel paese nel XVI secolo dagli ugonotti francesi nella zona di Jacksonville, Florida con lo Scuppernong, una vite autoctona appartenente alla Vitis Rotundifolia. La Vitis Vinifera, ovvero la specie indigena europea, non fu coltivata fino al XVII secolo. Oggi gli Stati Uniti sono considerati tra i produttori di maggiore qualità, conosciuti per una gamma differenziata di stili e di varietà, che comprendono i Cabernet, i Merlot e i Syrah, gli speziati Zinfandel, gli equilibrati Pinot Neri, i ricchi Chardonnay, i Riesling profumati e abboccati, e i vini spumanti prodotti con svariati metodi, compreso quello usato per lo Champagne.

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